UN SOVRANO DAL DUPLICE CARATTERE: RE GIORGIO V
Gli alti e bassi di re Giorgio V furono davvero strani. Non si trattò di differenze comportamentali da un periodo all’altro della vita – ma si manifestarono come comportamenti diversi nei medesimi spazi d’anni. Veramente strani ed incoerenti. Prendiamone alcuni quali dati d’esempio. Era un avido collezionatore di francobolli, e per questo sfiorava la maniacalità con comportamenti familiari a dir poco assurdi. Il Kaiser tedesco Guglielmo II lo definì una volta un tipo casalingo, ritirato, quasi una noia. Questo sarà pur vero, ma mentre il Kaiser Guglielmo ebbe l’abilità… di perdere il suo trono, il regno di re Giorgio V (dal 1910 al 1936) fu caratterizzato da riforme liberali, riforme che rafforzarono la Camera dei Comuni come supremo detentore del primato, ma allo stesso tempo sganciarono la corona dal potere politico, collocandola al di sopra – pur se a giusta distanza.
Egli fu il sovrano che sostenne il popolo britannico nel corso della Prima Guerra Mondiale, e tentò (riuscendoci) di mantenere alto il morale del suo popolo. Peraltro, per come stava andando avanti il conflitto, accorgendosi che un sentimento anti germanico diveniva sempre più predominante in Inghilterra e tra gli inglesi, temette che il suo casato potesse “perdere colpi” agli occhi dei sudditi. Egli apparteneva, infatti, alla casa dei Sassonia-Coburgo-Gota, e questo poteva rappresentare un problema col suo popolo. Da qui la decisione di mutare il suo cognome di casato in “Windsor” che sembrava decisamente più… Britannico.
L’episodio – molto sonoro nei confronti dei “parenti” tedeschi – ebbe una risonanza europea ed una grande eco tra i sovrani e tutti i contendenti nel conflitto.
Tra le altre cose, la fine della Prima Guerra Mondiale segnò anche la fine di molte monarchie, ma così non fu per Giorgio V. Questo dovuto alla sua stoffa, ma anche alla fedeltà degli inglesi alla Corona Britannica. La stessa cosa accadde anche al termine della Seconda Guerra Mondiale: cadde anche la monarchia italiana, ma non quella britannica, sotto la guida del successore di Giorgio V – il suo secondogenito Albert, salito al trono quale Giorgio VI.
Questa figura di Giorgio V, sovrano di valore, che pur di star vicino al suo popolo, ai suoi uomini, ai suoi militari, fu addirittura capace di salire in visita sulle navi, per dare conforto ed ausilio a tutti. Malgrado ciò era un uomo che in famiglia era modesto, di poche pretese, era spesso nevrotico. Non aveva un buon rapporto col primogenito Edoardo, zittiva spesso la moglie, aveva un debole per il secondogenito Albert – ma forse appunto per questo, si manifestava duro ed esigente con lui. In effetti la storia gli diede ragione: alla sua morte, il primogenito salito al trono quale Edoardo VIII – rinunciò al trono abdicando. Il secondogenito Albert accettò il fardello di sovrano col nome di Giorgio VI – proprio in nome ed onore di suo padre. Con Giorgio VI la Gran Bretagna accrebbe il suo splendore, ed il nome del suo casato Windsor fu portato in alto, nel mondo.
In diretta linea di successione, l’attuale sovrana in carica, Elisabetta II, figlia di Giorgio VI, nipote diretta (ma anche prediletta) di Giorgio V, è erede morale di tanta vicinanza e stima al popolo britannico.
Brexit o non Brexit.
A martedì prossimo.
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