QUEEN VICTORIA, PRIMA ICONA FOTOGRAFICA INGLESE

 

E’ oramai arcinoto che il regno di regina Vittoria registrò numerosi primati, diversi record, speciali obiettivi. Tra questi vi fu quello delle emissioni delle foto che ritraevano lei da sola o con i membri della Royal Family.
Ma prima di addentrarci in questo particolare, andiamo attraverso la sua silenziosa rivoluzione, che caratterizzò l’Inghilterra del periodo.
Sotto Queen Victoria il regno andò a recuperare, intanto, una discreta credibilità che era stata dissipata precedentemente, in particolare “grazie” alla non completa caratura reale di sovrani che avevano occupato quel trono prima di lei.
Fu un esempio di donna e di madre (oltre che di moglie) e rivalutò la famiglia reale, cercando di prendersi cura dei suoi figli, considerando che ne ebbe nove. Si occupò di politica – ma sempre nei limiti che la Costituzione le concedeva – e operò diversi mutamenti a palazzo e nel campo del sociale.
Un’altra cosa per la quale volle battersi fu la visibilità dei sovrani, dedicandosi ad un certo numero di visite che effettuava sempre in compagnia del marito. Viaggiò su Birmingham, Leeds, Glasgow: tappe allora ancora sconosciute ai sovrani. In effetti Vittoria fu la madrina di una serie di viaggi, avviando un trend, quello delle “royal visits” che a tutt’oggi la sua pro-pronipote, Elisabetta II, ancora mantiene.
Tra le numerose novità ed iniziative spiccò l’adesione a molte organizzazioni senza fini di lucro, che coinvolgevano il sociale, la sanità, l’istruzione – giusto per citare un paio di aree di competenza.
La grande politica di cambiamento toccò anche altre sfere del sapere scientifico e di quello tecnologico. Di grande impatto fu lo sviluppo dei trasporti e delle linee ferrate – ma su questo la sovrana non era molto informata. In compenso il marito Albert fu molto vicino a questa politica dei trasporti, ed avvicinò la sovrana a questo nuovo mondo.
Da canto suo, invece, Vittoria si spese molto per capirne di più sulla fotografia, un’invenzione emergente in quel periodo. Lei, che aveva fatto della popolarità uno dei suoi cavalli di battaglia, intuì che il miracolo della fotografia le avrebbe dato modo di essere figurativamente presente nel suo regno, nell’impero, nel mondo. Fu subito, assieme al marito, tra i primi e più attenti supporter di questa che presto si rivelò un’arte – e l’apice venne toccato nel 1854, allorquando venne fondata la “Photographic Society of London”, di cui marito e moglie furono i patrocinatori. Da lì l’ordine di Vittoria di far trarre e rendere note centinaia di foto, alcune che la ritraevano da sola, altre assieme alla sua ampia royal family. Ebbene, grazie a queste foto, fu tenuta in alto e negli occhi dei sudditi la corona, rivelandosi un volano di propaganda a dir poco straordinario.
Si fece ritrarre per decenni, anche dopo la morte del marito. Vi è una famosissima foto, quella del cosidetto “The queen’s Diamond Jubilee portrait” (del 1897) – che la ritrae nell’immancabile abito scuro vedovile – con una coroncina in testa, una vera icona delle immagini del secolo.
Ma le sue foto, nei decenni a venire, fecero il giro d’Europa per un fatto del tutto singolare. Con tutta quella figliolanza ed un bel numero di nipoti, fu in grado di organizzare le nozze di questi suoi discendenti con ben otto diverse famiglie regnanti in Europa in quel periodo. Questo apparentamento le valse il soprannome di “the grandmother of Europe” – e cioè la nonna d’Europa. Negli anni successivi, arrivando fino al 1914, ben otto troni in Europa erano occupati da suoi discendenti. Dunque l’importanza di una foto ed un’icona si conclamò davvero importante e quasi quasi… premonitrice!
Mentre per i paparazzi… beh, ci volle ancora quasi mezzo secolo!
A martedì prossimo.

 

 

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