LA CORONA / LA BBC / I DISCORSI

L’idea di un discorso al Commonwealth (quale in effetti ancor oggi è) ha quasi un secolo. Venne in mente al fondatore della BBC (la radio di Stato inglese) nel lontano 1922. Fu allora che John Reith si rivolse al sovrano – (Giorgio V) proponendo l’opportunità di un breve discorso. L’allora sovrano, nel suo convincimento che la TV servisse solo per intrattenere il popolo, rifiutò la proposta, rigettando l’idea. Fu dopo un decennio che il sovrano accolse in pieno tale opportunità e a Natale del1932 re Giorgio V si produsse nel primo “Royal Christmas Message”.

In quell’occasione, la prima in assoluto, il discorso venne diffuso in Australia, Canada, India, Kenya, Sud Africa e naturalmente nel Regno Unito. Allora si parlò di un record di oltre 20 milioni di persone nel mondo!

Toccò poi al successore – re Giorgio VI (padre dell’attuale sovrana) – continuare la felice tradizione. Accadde nel 1937.

Fu, quindi, la volta di Elisabetta II col suo primo discorso del 25 dicembre del 1952. Veniva ancora trasmessa da Sandringham House (una delle residenze reali), e fu via radio fino al 1956. Dall’anno successivo fu trasmesso in video.

Fu sempre Elisabetta II che transitò l’evento a Buckingham, registrandolo con qualche settimana di anticipo – dal momento che l’intera famiglia reale trascorre il periodo natalizio a Sandringham.

Comunque i Windsor – in particolare Giorgio VI e sua figlia Elisabetta II hanno, col passare degli anni, fatto uso del mezzo pubblico con sapienza ed efficacia. Dirlo per Giorgio VI è da sottolineare, in quanto il sovrano era affetto da una certa balbuzie che diventava violenta in situazioni ufficiali e di diretta. Egli ebbe sempre tanta difficoltà a comunicare in tal senso, pur dovendolo (prima) e volendolo (dopo) fare – sempre con maggiore intensità. A tal proposito noi tutti ricordiamo il famoso film “Il discorso del re” (del 2011).

Di recente, poi, Elisabetta II ha un po’ più personalizzato tal discorso, che è sempre meno diretto all’intero Commonwealth. Vi sono più spesso considerazioni personali sulla religione e sul valore del Natale, con una sua propria valutazione e considerazione. A ciò si aggiungono, annualmente, divagazioni sulla sua famiglia e, negli ultimi 5-6 anni, dettagli su nipoti e pro nipoti. Una storia che dura da anni e, probabilmente, andrà avanti anche col sovrano seguente – che dovrebbe essere Carlo. E se manterrà il nome di Carlo – sarà Carlo III.

Già: perché i sovrani inglesi possono scegliere di cambiare nome. E’ accaduto con Giorgio VI (si chiamava Alberto) – e secondo alcune indiscrezioni potrebbe accadere con Prince William. Già se ne parla. Ne parleremo anche noi.

 

 

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