ANCORA SU UN CORSO DI RECUPERO SOSPESO

Prendiamo spunto, per questo blog, dalla FAQ nr. 16 con la quale due genitori ci chiedono “Nostro figlio frequentava un corso di recupero che è stato interrotto per numerose assenze di tanti iscritti. E’ giusto? Cosa fare?”

Purtroppo, con tutta la trasparenza di questo mondo, con tutti i rappresentanti degli alunni, con tutti i rappresentanti dei genitori, con tutto il registro elettronico, con tutto il “Patto di corresponsabilità”, la Scuola di Stato insiste a fare il bello ed il cattivo tempo quando e come vuole. A fine trimestre / quadrimestre, le scuole, come normativa recita, predispongono Interventi Didattici Educativi Integrativi (in avanti denominati corsi di recupero) con una formula strana, che ha il suono, il format e l’idea di un vero e proprio patto leonino. L’allievo e/o la famiglia si impegna a frequentare (far frequentare) questo corso. La Scuola attiva i corsi. Attiva i corsi…..se: 1) vengono reperite le risorse finanziarie; 2) si trovano i docenti interni all’istituzione scolastica; 3) in mancanza  se (e sempre se ) si trovano i docenti esterni all’istituzione scolastica; 4) si trovano, ciliegina sulla torta, ragazzi di lassi parallele con necessità di corsi di recupero; 5) in questa ricerca, si trova un adeguato numero di allievi; 6) altra ciliegina sulla torta, questo numero non va a scemare. Tutto ciò ha dell’incredibile: una firma di impegno, per una promessa con almeno 6 “se”! Per ottenere, poi, che cosa? Un corso generale, se non generico, con destinatari ragazzi diversi, di classi diverse, talvolta con libri e programmi in ordine diverso. Ma quello che è più allarmante è che diverse possono essere le lacune da colmare, per cui si va spesso a riscaldare il banco, annoiandosi a sentire cose che magari un pochettino già sanno, e ripeterle barcolla tra un rinforzo e la perdita di tempo in quanto avrebbero ben altro da recuperare. Un altro aspetto che definiremmo più che allarmante risiede nel fatto che, ovviamente, i Dirigenti Scolastici cercano di formare grossi gruppi di recupero, al fine di scongiurare che si possano assottigliare, scendendo al di sotto di limiti accettabili evitando di chiuderli. Dunque questi corsi si avviano con oltre 15 allievi (si parla di gruppi di 20 se non di più), talvolta in pari numero di una classe completa. Tutto ciò ingenera scompiglio e confusione nelle lezioni, in quanto in più si è e maggiori sono le diverse esigenze e le esigenze diverse. Dunque un certo numero di allievi rinuncia subito, un altro certo numero, per emulazione, si ritira dopo, e….il corso è chiuso.

Vi sarebbero, infine tanti altri motivi per i quali i ragazzi si cancellano dai corsi. Una istituzione scolastica seria dovrebbe andarci attraverso, con la assente collaborazione  di studenti e famiglie. Si va dalla qualità delle lezioni, ad un programma troppo misto. Dalla confusione dei gruppi agli orari imposti secondo i desideri (o comodi) dei docenti. A ciò si aggiungono gli incroci e le commistioni alle altre attività di istituto. Potremmo citare centinaia di situazioni del disagio, ma sono le scuole a non dover fare orecchie da mercante. Noi affermiamo solo che la Scuola italiana non può farla da padrona, con situazioni “leonine” in cui allievi e famiglie hanno sempre da perdere, e la scuola ne esce indenne ed inattaccabile. Ricordiamo a noi stessi, come ai lettori, che nel blog dell’8 gennaio 2014 raccontammo di un allievo che, nel 2012, stava per cancellare un soggiorno studi all’estero che aveva prenotato e già iniziato a pagare (pagando per la penale di cancellazione – 300 / 500 euro allora), per aderire ad un soggiorno studi all’estero proposto gratuitamente dalla scuola superiore che egli frequentava. Soggiorno, infine, a seconda metà di agosto annullato: il ragazzo avrebbe perso anticipo, penalità e soggiorno studio all’estero. E il bello era che la Scuola di Stato sarebbe stata incolpevole. Assurdità, che però devono anche essere regolate dai Conigli di classe e di Istituto, all’interno dei quali si riferisce non avere, alunni e genitori, quali “yes men” o “yes women” ovviamente. Purtroppo ancora, nel 2015, a mettersi con la Scuola di Stato, ci si fa male, dobbiamo dire!

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